LO YOGA AUTENTICO
Dallo spettacolo del corpo alla via della Realizzazione
Di Sri Pranidhāna – Shiva Yoga Temple
Prologo – Quando il corpo tace, l’anima ascolta
Yoga non è qualcosa che si fa,
ma qualcosa che si disfa.
Non è uno spazio da conquistare,
ma un luogo dove tornare.
Il vero Yoga non aggiunge,
ma toglie ciò che non sei.
1. Cosa stai facendo quando dici di fare Yoga?
Oggi milioni di persone affermano di “fare Yoga”.
Ma quanti si chiedono con sincerità:
“Quello che sto facendo è davvero Yoga?”
La verità è che, nella maggior parte dei casi, la risposta è no.
Non per malafede, ma per ignoranza spirituale.
Il vero Yoga, nato come via di liberazione, è stato frammentato, secolarizzato, trasformato in fitness, in ginnastica del benessere.
È stato tagliato dalle sue radici, dalla sua origine sacra.
2. Lo Yoga è una via di realizzazione
Lo Yoga non è nato come pratica fisica, né come tecnica per “stare meglio”.
È un cammino di liberazione dell’anima (mokṣa), una disciplina per trascendere l’ego, per tornare alla Fonte.
Come insegna Patañjali:
“Yogaḥ cittavṛtti nirodhaḥ”
Yoga è la cessazione dei vortici mentali (Yoga Sūtra I.2)
Yoga è cessare.
Cessare di cercare fuori, cessare di credersi qualcuno, cessare di agire per confermare un’identità.
3. Il vero Yoga è una morte sacra
Yoga significa:
• morire al piccolo io,
• attraversare il silenzio,
• abbandonare la maschera del “me”,
• e scoprire che non c’è nulla da migliorare, ma solo da lasciare andare.
Non si tratta di ottenere qualcosa, ma di svelare ciò che è sempre stato lì.
4. Il corpo non è lo Yoga
Nel vero Hatha Yoga, le āsana sono strumenti, non obiettivi.
Sono un mezzo per purificare i nāḍī (canali energetici), stabilizzare la mente, preparare all’ascolto.
Ridurre lo Yoga al corpo è profanarlo.
Usarlo per rinforzare l’ego è tradirlo.
5. La grande confusione moderna
Molti oggi “fanno Yoga”, ma:
• non meditano realmente,
• ignorano yama e niyama,
• non sanno cos'è ātman né mokṣa,
• ma conoscono alla perfezione le pose “corvo”, “piccione”, “pavone” o “ruota”.
È uno Yoga svuotato: coreografico, ma privo di spirito.
Una via del corpo che ha perso l’anima.
6. Le radici spirituali: maestri e visioni
Maestri classici
- Sri Krishna – Bhagavad Gītā: distacco, devozione e consapevolezza.
- Patañjali, Vyāsa, Kapila, Shankaracharya – codificatori del Rāja, Karma, Bhakti e Jñāna Yoga.
- Gorakhnath – Hatha Yoga tantrico e via della Kundalinī.
Maestri moderni
- Sri Aurobindo – Yoga integrale.
- Swami Sivananda – fondatore della Divine Life Society.
- Swami Satyananda Saraswati – Bihar School of Yoga.
- Krishnamacharya – maestro di Iyengar, Jois, Desikachar.
Maestri della Coscienza
- Sathya Sai Baba – incarnazione di Verità e Unità.
- Nisargadatta Maharaj – Ramana Maharshi “Io Sono”.
- J. Krishnamurti – verità senza dogma.
- Amma, Yogananda, Neem Karoli Baba, Papaji – Amore e Shakti incarnata.
Nessuno di questi maestri usava le āsana come scopo.
Tutti parlavano di risveglio, interiorità, unione con il Sé.
7. Il Novecento e lo Yoga “corporeo”
Nel XX secolo, l’India rinasce anche nel corpo: ginnastica, lotta, orgoglio nazionale.
Kuvalayananda e Yogendra fondono yoga e scienza.
Krishnamacharya struttura il vinyāsa moderno per il Maharajah Wodeyar IV: nasce lo Yoga ginnico.
8. I maestri dello Yoga moderno
- B.K.S. Iyengar – posture codificate, attenzione anatomica.
- Pattabhi Jois – Ashtanga Vinyasa: dinamico, intenso.
- Desikachar – adattamento terapeutico e personalizzato.
Sebbene utili, questi approcci si sono spesso allontanati dallo scopo originario: liberare il Sé.
9. Il mito delle āsana antiche
Nei testi classici (Hatha Yoga Pradīpikā, Vivekamārtaṇḍa), le āsana erano poche.
La Vimanarcanākalpa ne riporta solo 9.
Yoga Body di Mark Singleton (2010) dimostra che la gran parte degli āsana moderni sono invenzioni del XX secolo.
10. Non è un attacco: è chiarezza
Riconoscere questa trasformazione non è disprezzare, ma discernere.
Ogni via è legittima, ma occorre chiarezza:
il fitness spirituale non è Yoga nella sua radice.
È solo un ramo. Non l’Albero.
11. Dal tappetino alla vita
Yoga non è ciò che fai su un tappetino per un’ora.
È ciò che sei quando torni alla vita:
• come parli,
• come scegli,
• come mangi,
• come guardi l’altro.
Ogni gesto può essere Sādhanā,
ogni giorno può essere un’Offerta.
12. Shiva Yoga Temple – Diventare Yoga
Al Shiva Yoga Temple ogni āsana è un altare.
Ogni gesto è preghiera.
Insegniamo:
- yama / niyama – etica e purezza
- prāṇāyāma – respiro cosciente
- dharana / dhyāna – concentrazione e meditazione
- jñāna / bhakti – conoscenza e amore divino
Quando il corpo tace nel silenzio del cuore,
comincia la vera pratica dello Yoga.
13. Una chiamata interiore
Se dici:
“Sto facendo Yoga”
ma cerchi solo agilità, flessibilità, controllo…
stai mentendo a te stesso.
Ma se ogni respiro dissolve l’io,
se il corpo serve la resa,
se ogni āsana illumina il Sé...
Allora sì:
Stai facendo Yoga.
Invito all’azione
Leggi:
- Yoga Body – Mark Singleton
- Roots of Yoga – Mallinson & Singleton
- Light on Yoga – B.K.S. Iyengar
- Yoga Sūtra – Patañjali
- Bhagavad Gītā
- Autobiografia di uno Yogi – Paramahansa Yogananda
- L'Intervista – Don Mario Mazzoleni
- Ramana Maharishi – Dialoghi 1 - 2 - 3
Chiediti:
“La mia pratica serve il corpo… o libera il Sé?”
Fonti principali
- Mark Singleton, Yoga Body (Oxford, 2010)
- Mallinson & Singleton, Roots of Yoga (Penguin, 2017)
- Hatha Yoga Pradīpikā, Vivekamārtaṇḍa, Yoga Sūtra, Bhagavad Gītā
Conclusione – Quando smetti di fare Yoga, inizi a esserlo
Yoga è trasparenza.
È resa.
È vuoto che contiene l’infinito.
Quando smetti di cercare qualcosa,
e inizi a Essere ciò che sei...
Allora sei tornato.
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