Indian Journal Dermatology. 2013 novembre-dicembre
Amiya Kumar Mukhopadhyay
Il Ṛgveda, il più antico testo religioso degli Ariani, documenta le prime fasi della loro vita. Vi sono menzionate varie malattie, come la lebbra, il verme della Guinea e l’itterizia, oltre a sottolineare l'importanza sociale dell’aspetto della pelle. La gestione delle malattie avveniva attraverso l’impiego di erbe, il canto dei mantra, il tocco del corpo, l’acqua e i raggi solari. Questo Veda ha probabilmente costituito la base per l’Āyurveda del periodo successivo.
Introduzione
Non è possibile determinare con precisione il periodo di origine dei Veda, anche se molti studiosi collocano l'inizio della letteratura vedica intorno al XIII secolo a.C., o anche prima. Il Ṛgveda è il più antico tra essi, e il termine "Veda" significa "Conoscenza", derivato dal sanscrito Vid. La vasta letteratura vedica è stata sistematicamente compilata e suddivisa in quattro raccolte: Ṛgveda, Sāmaveda, Yajurveda e Atharvaveda. Di questi quattro, gli argomenti di natura medica sono trattati principalmente nell’Atharvaveda, mentre il Ṛgveda ne contiene solo pochi riferimenti. Lo studio della medicina vedica ha attratto studiosi da tutto il mondo, poiché, sebbene si tratti di testi religiosi, la letteratura vedica offre una visione sulle malattie, sulla filosofia e sulle modalità di gestione della salute nel mondo antico, spesso caratterizzate da un approccio primitivo e mistico. Questa vasta letteratura rappresentava il meglio del pensiero speculativo dell’epoca, includendo numerosi riferimenti a rimedi farmacologici e a patologie. In quel periodo, la medicina era di natura magico-religiosa, e le malattie venivano considerate manifestazioni dell’ira di diverse divinità o azioni maligne compiute da demoni. Nonostante ciò, esisteva già una farmacopea estesa e ben documentata; ad esempio, la menzione del termine “Oṣadhi” costituisce la prima testimonianza scritta dello studio delle piante da un punto di vista sia botanico che farmacologico. Nel Ṛgveda, oltre alla menzione delle malattie della pelle, viene attribuita grande importanza anche alla cura della pelle in salute; erano infatti molto diffusi la cura quotidiana del corpo e l’utilizzo di profumi. Tra le malattie, la lebbra e le affezioni dei capelli sono menzionate ripetutamente nel Ṛgveda. In particolare, l'inno 50 del Libro VII offre una descrizione dettagliata della malattia causata dal verme della Guinea, che colpisce la pelle e altre parti del corpo:
"yadvijāmanparuṣi bandanaṃ
bhubadastībantou pari kulphou ca dehaṃ
agnistacchocannapa bādhatāmito mā māṃ padyena rapasya bidattasaruh."
“L'eruzione che appare sulle doppie giunture e quella che si diffonde sulle caviglie e sulle ginocchia, possa il fulgido Agni scacciarla lontano: non lasciare che il verme sinuoso mi tocchi e ferisca il mio piede.”
(Ṛgveda VII.50.2)
Un altro esempio riguarda l’ingiallimento del corpo, ovvero l’ittero, menzionato nel Libro I:
"śukeṣu me harimāṇaṃ ropaṇākāsu dadhmasi atho hāridraveṣu me harimaṇaṃ ni dadhmasi."
“Sorgendo in questo giorno, o ricco di amici, ascendendo al cielo più elevato, Sūrya, rimuovi la mia malattia cardiaca, togli da me questa mia tonalità gialla.”
(Ṛgveda I.50.12)
Nella medicina vedica, la gestione delle malattie comprendeva pratiche come il canto dei mantra, l'offerta di oblazioni e l'esecuzione di rituali complessi. Questi metodi erano affiancati dall'uso di medicinali a base di erbe, materiali organici e inorganici, oltre ad alcune procedure terapeutiche quali unzioni, idroterapia e cauterizzazione. I medici dovevano possedere una conoscenza approfondita delle proprietà medicinali delle piante. Ad esempio, l’unzione era una pratica terapeutica comune: il medico recitava mantra mentre, con le mani unte di burro chiarificato (ghee) preparato ritualmente, toccava le varie parti del corpo del malato. Il fuoco era impiegato per la cauterizzazione, mentre l’elioterapia, ossia l’esposizione al sole, veniva utilizzata in particolare per il trattamento dell’ittero.
Anche l’idroterapia era praticata per la cura di diverse malattie. Il medico utilizzava il tocco a fini terapeutici, sebbene non sia chiaro se si trattasse di massaggi, ipnoterapia o di una forma di terapia del tocco. La letteratura Ṛgvedica, la più antica della tradizione ariana, menziona varie malattie, rimedi e persino l’uso di protesi di ferro per le gambe amputate in guerra. Sebbene i disturbi della pelle siano citati solo occasionalmente, è significativo che vengano menzionati in una letteratura così antica. La medicina descritta nel Ṛgveda costituì la base su cui fu costruito il sistema ben organizzato dell'Āyurveda.
Sara Guerriero Sathyavani laureata in infermieristica.
Specialista in infermiere di famiglia e di Comunità e in Wound Care.

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